Meglio di Bjorn Borg, un'impresa che lo proietta oltre la storia, trasformandolo in leggenda. Rafa Nadal, nella prosecuzione della finale interrotta ieri per due volte per pioggia e alla fine rimandata alle 13 di oggi, completa l'opera, vince il quarto parziale contro Novak Djokovic per 7-5 e conquista per la settima volta il Roland Garros, traguardo raggiunto da Chris Evert fra le donne ma non dallo svedese, considerato il miglior giocatore di sempre sulla terra rossa. Fino ad oggi. La pioggia caduta ieri sul «Philippe Chatrier» è stata quasi una manna per il mancino di Manacor, che dopo aver vinto in scioltezza i primi due set aveva cominciato a patire le contromisure adottate dal 25enne di Belgrado.
Ma alla ripresa riecco Nadal formato deluxe. Lo spagnolo piazza subito il controbreak, serve meglio e riesce ad allargare il campo, costringendo Djokovic agli straordinari. E al dodicesimo game, al primo match point, ecco il regalo del serbo: doppio fallo e settimo sigillo parigino per Nadal, all'undicesimo Slam della carriera (su 16 finali giocate) che gli permette di eguagliare proprio Borg e Rod Laver, con i soli Federer (16), Sampras (14) ed Emerson (12) davanti. Oltre ai sette trionfi nel Roland Garros, il maiorchino vanta due successi a Wimbledon (2008 e 2010), uno a Melbourne (2009) e uno agli Us Open (2010), con 49 titoli complessivi. «Sono orgoglioso di aver superato Borg ma per me la cosa più importante è essere qui, giocare e vincere - le parole dello spagnolo - È il torneo più speciale al mondo e vincere oggi è qualcosa di indimenticabile, è uno dei momenti più belli della mia carriera».
Da Nadal anche l'onore delle armi per l'avversario. «È stato un privilegio giocare questa finale contro il migliore al mondo», ha aggiunto prima di rivolgersi al pubblico e dargli appuntamento per il 2013: «ci vediamo l'anno prossimo». Il grande sconfitto è invece Nole, ora sotto 19-14 negli scontri diretti e al terzo ko di fila sulla terra contro Nadal dopo le finali perse a Montecarlo e Roma. Un'inversione di tendenza quasi preoccupante per il serbo, che nel 2011 aveva battuto sei volte su sei il maiorchino (sempre in finale), allungando la striscia nell'ultimo atto degli Australian Open. «Sono fiero di essere arrivato per la prima volta in finale al Roland Garros, ho perso contro il miglior giocatore sulla terra rossa - le sue parole - Potevo essere eliminato prima, come quando ho rimontato due set a Seppi o quando ho annullato quattro match point a Tsonga, ma sono arrivato in finale e questa è una lezione per il futuro». Per Djokovic anche il rimpianto di non aver completato il Grande Slam vincendo i quattro grandi tornei di fila, impresa riuscita per l'ultima volta nel '69 a Laver. Purtroppo per lui la seconda interruzione per pioggia ha rigenerato Nadal ma, vista l'età dei due contendenti, quello di oggi è solo l'ennesimo atto di una sfida destinata a prolungarsi negli anni a venire.